Sanoja: Giorgio Conte. I Campanelli.
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I campanelli, quelli che mi ricordo?
Uno, tutto vetro e zucchero,
suono dolce, azzurro, fragile,
sulla culla oppure no,
in cima all'albero a Natale.
Due, campanello a casa mia,
ognuno lo suonava a modo suo,
tutti quanti tranne lui,
lui apriva con la chiave.
I campanelli, quelli che mi ricordo?
Tre, campanella della scuola,
bello l'intervallo e poi la fine,
sigaretta e lisoformio,
un po' di pane e cioccolato.
Quattro, tutti zitti e il Sanctus,
quanta e invisibile la forza
di quel suono che
la testa ti
faceva abbassare proprio cosi.
I campanelli, quelli che mi ricordo?
Cinque, a difendere il mio cane
dalle vipere della montagna,
e che odor di rododendri
e di sterco di vitelli.
Sei, finalmente arriva il treno,
passa la paura di pensare
che tu sopra non ci sia,
perche tu ci sei, e mia.
I campanelli, quelli che mi ricordo?
I campanelli, quelli, se li ricordo?
I campanelli, quelli che mi ricordo?
Uno, tutto vetro e zucchero,
suono dolce, azzurro, fragile,
sulla culla oppure no,
in cima all'albero a Natale.
Due, campanello a casa mia,
ognuno lo suonava a modo suo,
tutti quanti tranne lui,
lui apriva con la chiave.
I campanelli, quelli che mi ricordo?
Tre, campanella della scuola,
bello l'intervallo e poi la fine,
sigaretta e lisoformio,
un po' di pane e cioccolato.
Quattro, tutti zitti e il Sanctus,
quanta e invisibile la forza
di quel suono che
la testa ti
faceva abbassare proprio cosi.
I campanelli, quelli che mi ricordo?
Cinque, a difendere il mio cane
dalle vipere della montagna,
e che odor di rododendri
e di sterco di vitelli.
Sei, finalmente arriva il treno,
passa la paura di pensare
che tu sopra non ci sia,
perche tu ci sei, e mia.
I campanelli, quelli che mi ricordo?
I campanelli, quelli, se li ricordo?
Giorgio Conte
Giorgio Conte